SCOPRI LA STORIA DEL SALE

La storia del sale è qualcosa che trascende i limiti della nostra immaginazione. Omero lo chiamava "sostanza divina", mentre per Platone il sale era "particolarmente caro agli dei". La storia del sale è la storia delle saline, delle miniere di salgemma, delle flotte che hanno attraversato i mari, delle carovane che hanno attraversato il Sahara, le Ande; questa è anche quella dei mercanti che hanno risalito fiumi d’Europa, della Russia, della Cina, dell’America. La storia del sale è stata dunque quella dei rapporti tra culture, paesi in grado di produrre abbastanza sale da poterne anche esportare a quelli che ne erano carenti.

Essa comincia con la comparsa delle prime civiltà stabili, quella dei Sumeri a Babilonia, quella dell’Egitto, quella della vallata dell’Indo, verso il V o VI millennio a.C. ; nel III millennio a.C. quella della Cina, nel II millennio quella degli Ittiti e degli Ebrei intorno al Mar Morto. Queste popolazioni, nel passaggio dallo stato di cacciatori-raccoglitori allo stato di allevatori-agricoltori, dovettero risolvere vari problemi, il più importante dei quali fu quello di protegger e conservare le derrate alimentari, ed in particolare la carne degli animali, fino a che si scoprì che la carne ed il pesce potevano essere conservati coprendoli con il sale.

Dall’età Neolitica alla Rivoluzione industriale e fino ai nostri giorni i salinai hanno prodotto il sale seguendo due procedimenti fondamentali che si sono andati via via perfezionando. Alcuni hanno estratto dal suolo il salgemma e le acque salate che poi facevano bollire. Altri hanno ottenuto la stessa sostanza con una controllata evaporazione solare delle acque salate. Operazioni queste che potevano svolgersi in località ben precise dove si riscontravano condizioni naturali e sociali per lo sfruttamento da parte degli uomini.

Con l’ascesa dell’Impero romano la produzione ed il commercio del sale divennero importantissimi in Europa, soprattutto perché si aprirono nuove vie commerciali e perché Roma monopolizzò tale commercio. Nel medioevo il sale fu usato anche come moneta di scambio e servì addirittura per un’imposta, la famosa “Gabella” pretesa da Filippo il bello.

Sotto il segno del sale sono sorte antiche e magnifiche città (per es. Salisburgo), si sono costruite strade (le famose “Vie del Sale”), sono scoppiate rivoluzioni, sono state combattute guerre e vinte battaglie. Nel 1930 Gandhi condusse il popolo indiano all’indipendenza dalla Gran Bretagna guidando la famosa “Marcia del sale” contro le imposte vessatorie che il monopolio britannico imponeva su questo bene di fondamentale importanza, imposte che colpivano specialmente le decine di milioni di indiani che vivevano nella miseria più profonda. 

Durante la storia dei popoli il commercio del sale è quasi sempre stato controllato dal potere centrale; basti pensare che in Italia solo nel 1975 è cessato il monopolio sul commercio del sale da parte dello stato che imponeva una imposta attorno al 70% del prezzo di vendita. 

L’uso del sale non solo è stato importante in ambito economico ma anche mitologico e religioso.Gli Egizi lo utilizzavano nel processo di mummificazione, mentre per i Maya era una medicina mescolato a olio o miele. Gli antichi greci e gli ebrei impiegavano il sale durante i sacrifici così come all'interno dei templi romani le vestali preparavano una salamoia per salare la "mola" sacrificale, essendo il sale considerato simbolo di incarnazione e di perpetuità per il suo potere purificatore. 

Presso gli antichi ebrei il sale, per la sua caratteristica di rendere gradito il cibo, diventava simbolo della gioia di ritrovarsi nella stessa tavola, per cui mangiare assieme significava vivere in unione di sentimenti fraterni. Nel Nuovo Testamento il sale ha trovato ugualmente posto, inserito in numerose metafore o parabole come simbolo di saggezza, incorruttibilità, eternità e alleanza tra Dio e uomo. Nel Vangelo Gesù raccomanda ai suoi discepoli di essere "il sale della terra", cioè di essere forza capace di preservare gli uomini dalla putredine del peccato.

A Roma, l'ottavo giorno dopo la nascita di un bimbo, gli si passava un pezzetto di sale per tenere lontani da lui i demoni e i geni del male. Anche nella civiltà cristiana, un poco di sale veniva posto in bocca al battezzato. A Praga anticamente il sale era offerto agli ospiti in segno di amicizia , mentre i Germani giuravano con la mano affondata in esso. Nei Paesi Bassi una delle possibili pene capitali messe in pratica in passato consisteva nel nutrire il reo con cibo in cui era totalmente assente il sale: la morte era garantita.

E, per finire, il sale lo troviamo pure nel bagaglio delle nostre superstizioni: molti credono nella sua forza apotropaica, facendolo cadere sull'olio versato. Ma c'è anche chi teme disgrazie per se stesso, se malauguratamente il sale cade per terra; mentre scagliarlo porta male agli altri. 

Il galateo medievale europeo prestava molta attenzione a come si maneggiava il sale a tavola: lo si doveva toccare con la punta di un coltello e mai con le mani. Un costume popolare presente in diverse nazioni europee vuole che si getti un pugno di sale nella bara di un defunto prima della sepoltura.

Le nostre nonne facevano diversi usi del sale nelle faccende della casa prima dell’arrivo dei moderni prodotti chimici e di pulizia. Comunque molti rimangono validi anche al giorno d’oggi e spesso sono molto più economici dei nuovi prodotti. Ecco alcuni esempi: evitare che le candele colino, togliere la fuliggine, mantenere freschi i fiori recisi, sgelare i marciapiedi e le strade, deodorare le scarpe, testare la freschezza delle uova, pulire il frigorifero, pulire l’argenteria ossidata, rimuovere l’odore di cipolla dalle mani, prevenire la formazione di muffa, ravvivare i colori, togliere le macchie di sudore, sbiancare il cotone o il lino, e molti altri.